Postura e Cervicalgia

Postura e Cervicalgia

Cos’è la Cervicalgia

Quando parliamo di cervicalgia, intendiamo un dolore localizzato nella regione cervicale con possibile estensione al braccio e per cui si parla spesso di cervico-brachialgia.

Si tratta di un disturbo muscolo-scheletrico molto diffuso, infatti almeno una volta nella vita, i due terzi della popolazione mondiale ne sono affetti.

La cervicalgia si distingue in: una forma acuta ed una forma cronica che riconoscono cause e modalità patogenetiche diverse.

Quali sono le cause della Cervicalgia?

Per spiegare meglio le cause della cervicalgia, dobbiamo analizzare l’anatomia del collo.

Il collo è una struttura esile di estrema mobilità devoluta a sostenere la testa, che pesa circa 5 chili.

Un meraviglioso sistema coordinato, costituito dalle sette vertebre del rachide cervicale (da C1 a C7) in cui è alloggiato il midollo, connesse fra loro mediante i dischi intervertebrali, le articolazioni posteriori ed i legamenti.

Inoltre troviamo i muscoli che ne consentono il movimento e dalle radici nervose che fuoriescono dalla colonna cervicale.

Fatta questa premessa, il dolore che è originato da un’alterazione che interessa alcune di queste strutture per cui si può distinguere una natura muscolare ed una più propriamente vertebrale di cervicalgia.

La cervicalgia di natura muscolare è la forma più comune, generalmente di tipo acuto, che può conseguire ad una protratta postura non corretta (per esempio stando per ore davanti allo schermo del PC) oppure a seguito di una brusca flesso-estensione dei muscoli del collo, il classico colpo di frusta.

Tutto ciò genera uno stress meccanico che, superando la capacità di tolleranza delle strutture menzionate, diviene causa di dolore.

Per la maggior parte le cervicalgie di tipo muscolare non sono causate dal colpo di frusta o da altri traumi ma hanno una componente posturale in quanto lo stato di benessere del collo è influenzato dalla curvatura della colonna e dalla posizione del capo.

Il dolore nel collo può essere causato da tensione dei muscoli:

scaleni, sub-occipitali, piccoli pettorali, sottoscapolari ed elevatori della scapola.

Se l’allineamento del capo e della colonna non è giusto, il collo è predisposto ad effetti degenerativi di usura e pertanto rivestono ruolo predisponente sulla colonna vertebrale: ipercifosi dorsale e iperlordosi lombare.

Inoltre hanno ruolo concausale anche altri fattori quali la malocclusione dentaria, la sedentarietà ed i disturbi visivi come la diplopia.

Altra causa abbastanza comune è lo stato di tensione emotiva nel tempo, che impone atteggiamenti posturali scorretti che sfociano in contratture ed irrigidimenti della muscolatura del collo e della spalla, che sono paradigmatiche della cefalea di tipo tensivo.

La cervicalgia di natura vertebrale ha prevalentemente carattere cronico ed è quella che consegue alla cervicartrosi o spondilosi cervicale.

Si tratta di una patologia degenerativa del rachide cervicale, che si accompagna a deformazioni ipertrofiche delle vertebre cervicali.

Questa è una condizione che tende a peggiorare con l’avanzare del tempo, anche se non in maniera rapida, e coinvolgendo le strutture nervose del tratto cervicale può causare una radicolopatia oppure una mielopatia spondilosica.

In questi casi, alla cervicalgia si può sommare un dolore diffuso all’arto superiore, ovvero la cervico-brachialgia, con disturbi di forza muscolare e deficit sentitivi, ovvero le parestesie e nei casi più gravi anche una riduzione della forza ai quattro arti.

Generalmente, il freddo e le condizioni ambientali, possono peggiorare i sintomi di questa forma di cervicalgia.

Altre cause possono essere date dall’ artrite reumatoide, ernia discale cervicale, emorragia sub-aracnoidea, linfoadenite laterocervicale, ma possono causarla anche cause banali come un materasso troppo morbido o un cuscino non adeguato.

Quali sono i sintomi ?

I sintomi possono essere distinti in:

Sintomi osteo-muscolari

– La cervicalgia è percepita come un dolore costante e di entità variabile a livello del collo. Il dolore assume il tipico carattere del torcicollo, che ostacola i naturali movimenti di vario grado a girare il capo o a piegarlo verso il basso o l’alto.

– L’intensità della cervicalgia, oltre ad essere in relazione alla soglia soggettiva del dolore, è in dipendenza della causa che l’ha prodotta per cui se è stata causata da un colpo di frusta il dolore assume uno spessore di gran lunga superiore a quello causato da una posizione scorretta assunta durante il sonno notturno.

Sintomi neurologici

– Intorpidimento e formicolio localizzato, brachialgia, debolezza del braccio e della mano ma talvolta possono essere presenti parestesie, sotto forma di formicolii o sensazioni di calore, in varie parti del corpo.

– Altri sintomi meno specifici sono rappresentati da una sensazione d’instabilità stando in piedi a occhi chiusi e disturbi dell’equilibrio nei cambiamenti di posizione.

– disturbi del sonno;

– fascicolazioni;

– disturbi dell’udito, in particolare acufeni e, molto raramente, ischemia vertebro-basilare da compressione di una arteria vertebrale da parte di osteofiti molto pronunciati.

A seconda di quali prevalgano possiamo identificare tre varianti di cervicalgia:

Cervicalgia semplice in cui il dolore è meramente riferito al collo ed è costituita da soli sintomi osteo-muscolari.

Cervico-brachialgia quando il dolore si estenda al braccio, con concomitanza di altri fenomeni neurologici.

Sindrome cervico-cefalica se sono presenti sintomi secondari quali cefalea, vertigini, acufeni, ecc.

Come si diagnostica?

La diagnosi di natura è fondamentale per impostare una terapia corretta. Innanzitutto si stabilisce se sia comparsa all’improvviso o se si sia instaurata in maniera progressiva, le caratteristiche di irradiazione del dolore e la eventuale concomitanza di altri disturbi, riservando una particolare attenzione al tipo di lavoro svolto ed alle relative modalità esecutive.

Poi si procede con l’esame locale, ricercando la presenza di trigger points e di taut band (ossia punti di iper-irritabilità muscolare e zone di tensione connesse), esaminando la mobilità del rachide cervicale e del rachide in toto, la postura e le caratteristiche dell’andatura.

L’esame delle funzioni neurologiche sensitive e motorie deve essere eseguito con estrema meticolosità, valutando la motilità e la forza e la simmetricità dei riflessi osteo-tendinei ai quattro arti, la sensibilità tattile e particolarmente quella vibratoria (pallestesia), il trofismo muscolare degli arti e l’eventuale presenza di ipotrofie distrettuali.

Le indagini strumentali spaziano dalla radiografia diretta del rachide cervicale alle ultime acquisizioni della diagnostica per imagini quali la Risonanza Magnetica Nucleare, che ha soppiantato quasi del tutto la TAC.

Il rilevo di un conflitto disco-radicolare o di una compressione della corda midollare deve essere ulteriormente approfondito con indagini neuro-diagnostiche funzionali del tipo dell’Elettromiografia (EMG) oppure dei Potenziali Evocati (PESS).

La diagnosi differenziale comprende l’esclusione di altre patologie come la sindrome del tunnel carpale, l’artrite, la fibromialgia, la spondilite, le miopatie, la miastenia, la presenza di masse nel midollo spinale, l e molte patologie neuromuscolari o muscolo-scheletriche varie, da lievi a gravi.

Quali sono i rischi se non curata?

Si desume che una cervicalgia insorta in modo acuto ed in stretta correlazione con traumi o prestazioni fisiche straordinarie o posizione incongrue assunte nel lavoro o nel sonno, è una forma semplice di natura muscolare che pertanto può essere considerata praticamente esente da rischi.

Se invece si tratta di una forma protratta nel tempo, insorta con carattere di lenta progressività, specialmente se accompagnata a disturbi neurologici, quali alterazioni della forza o della sensibilità oppure a sintomi di carattere più generale, allora è imperativo ricorrere alla valutazione specialistica potendo essere coinvolte strutture nervose che finirebbero per deteriorarsi in maniera irreversibile.

Una menzione particolare fa fatta per una forma di cervicalgia di tipo trafittivo che insorge con carattere fulmineo e che si accompagna a cefalea parossistica: potrebbe essere l’espressione di una emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma che, se non prontamente e correttamente diagnosticata, può compromettere la vita stessa del paziente.

I sintomi di accompagnamento che potrebbero indicare una condizione medica potenzialmente seria sono: febbre, cefalea con nausea o vomito, malessere generale, problemi di coordinazione nel camminare o scrivere e variazioni dello stato di coscienza, in modo particolare confusione mentale.

Quali sono le cure e trattamenti per la cervicalgia?

Si deve premettere che non tutti i casi di cervicalgia richiedono l’utilizzo di terapie farmacologiche.

Un buon numero di casi di cervicalgia semplice, legata a stiramento delle strutture muscolo- legamentose e tendinee del collo, guariscono in un lasso di tempo relativamente breve (1-2 giorni).

Sono queste le forme che si giovano di trattamenti empirici a base di caldo e freddo, ovvero con impacchi freddi per ridurre l’infiammazione, impacchi caldi e massaggi per rilassare la muscolatura.

Nel caso invece di contratture muscolari e di dolore persistente si impone il ricorso a trattamenti di maggiore efficacia.

Se la cervicalgia insorge di frequente oppure dura per un prolungato periodo di tempo, per migliorare la funzionalità della zona cervicale e consentire al soggetto di mantenere le sue attività abituali, parallelamente all’utilizzo di antinfiammatori e antidolorifici, è necessario intraprendere un percorso riabilitativo con esercizi specifici per il collo, norme educative e comportamentali per affrontare la paura del movimento associata al dolore che spesso condiziona le attività quotidiane.

In merito a quanto detto in maniera completa di questa sintomatologia, in conclusione bisogna sempre attraverso una valutazione iniziale di uno Specialista, in questo caso a Fog, dove attraverso dei test esercizi e anamsi a ricondurre l’origine della problematica.

Ci focalizziamo soprattutto dal punto di vista funzionale, ovvero delle debolezze muscolari che ci portano tensione e dolore.

Ma bisogna sempre analizzare se l’approccio può essere dal collo oppure spesso si può trovare altrove, puntualizzando sempre che l’origine che può scaturire dolore può essere in altri sedi muscolari e quindi partire da lì.

Inoltre in seguito integreremo casi studio reali che permetteranno di approfondire meglio questo problema comune.

Un valido aiuto è fornito da una corretta massoterapia e dalle terapie fisiche (TENS, ultrasuoni, laserterapia, elettro-analgesia, termoterapia e agopuntura).

Se la cervicalgia è sostenuta da una condizione di patologia degenerativa della colonna, accertata con il ricorso alle indagini strumentali citate (RM, TAC, EMG, PESS), si impone un’osservazione specialistica in ambiente neurochirurgico, in ordine a valutare l’indicazione al trattamento che il caso richiede.

La postura non deve influenzarci anzi bisogna mettersi in condizione tale da avere la propria postura anche se è scorretta senza dolori e problematiche.

Quindi è sempre la postura scorretta a crearci dolori?

Assolutamente no.

Bisogna rinforzare in maniera globale la nostra struttura, analitica se ci accorgiamo di eventuali deficit motori.

Non sempre la postura o il dolore al collo possono incidere sulla CERVICALGIA.

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